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Tra gli ingredienti che possono essere pericolosi, se consumati in quantità eccessive, all’interno degli alimenti, ci sono gli zuccheri. Sono carboidrati, molecole che vengono assorbite dal nostro organismo a scopo energetico; se sono troppi, tuttavia, vengono trasformati in grasso e questo contribuisce all’ingrassamento, quindi allo sviluppo delle patologie connesse all’obesità.
Per ovviare al problema, molte persone scelgono alimenti che non abbiano zucchero, o almeno in cui lo zucchero non sia esplicitamente indicato in etichetta; il problema è che lo zucchero, a volte, è presente ma in forme non immediatamente evidenti, e questo può trarre in inganno le persone che pensano di mangiare qualcosa che non abbia zucchero, ma che invece ce l’ha.
Il portale psico.it sensibile alle problematiche psicologiche legate all’obesità, ci ha aiutato a fare chiarezza su quali sono le denominazioni che si possono trovare in etichetta che identificano la presenza di zuccheri.
Un primo ingrediente a cui fare attenzione è lo sciroppo. Si tratta di una soluzione a tutti gli effetti zuccherina, perché fatta partendo dallo zucchero disciolto, solitamente, in una soluzione acquosa.
Anche se lo zucchero non è indicato in modo evidente, è presente all’interno di quell’alimento, e lo si può trovare nella tabella nutrizionale.
Gli sciroppi di glucosio o di fruttosio, poi, sono a tutti gli effetti degli zuccheri perché sono carboidrati (di solito derivati dal mais) che vengono liberati tramite il processo produttivo, diventando di fatto zuccheri liquidi.
Spesso nelle preparazioni, specialmente dolciarie, si trovano ingredienti come “Estratto di…” seguito dal nome di un frutto.
L’estratto di una frutta è a tutti gli effetti zucchero, quello contenuto nella frutta stessa. Se la frutta è stata frullata, gli zuccheri si liberano, e diventano semplici da assimilare per il nostro organismo; inoltre la frutta estratta solitamente viene essiccata per eliminarne l’acqua, così che del frutto iniziale rimanga, essenzialmente… solo lo zucchero!
Queste denominazioni si possono trovare in etichetta e rappresentano i nomi precisi, specifici, che indicano appunto gli zuccheri.
Molte persone non li conoscono, per cui invece di scrivere “zucchero” l’azienda preferisce scrivere “saccarosio” (che è il nome tecnico dello zucchero bianco, quello che mangiamo anche noi) e alcuni non si rendono conto che si sta parlando di zucchero, anche in questo caso.
Quando si trova un ingrediente che non si conosce è meglio informarsi su che cos’è quell’ingrediente, perché spesso è presente proprio dello zucchero nascosto!
In alcuni ingredienti si trova indicato lo “zucchero d’uva”, piuttosto che lo “zucchero di…” altri frutti o altri vegetali.
In questo caso il riferimento allo zucchero è evidente, ma molte persone pensano, erroneamente, che se lo zucchero è d’uva (e non di barbabietola, per esempio), sia meno dannoso per l’organismo rispetto allo zucchero proveniente da altre fonti.
Lo zucchero è, e rimane, sempre zucchero, e gli effetti sul nostro organismo sono gli stessi degli altri zuccheri, indipendentemente dall’alimento da cui sono stati estratti.
Anche il miele entra di diritto nella lista degli “zuccheri non evidenti”. Si tratta di uno degli alimenti più ricchi di zucchero che si possano trovare in natura, e anche in questo caso molte persone pensano che, trattandosi di un prodotto naturale, non sia dannoso.
In realtà il miele è zucchero in soluzione acquosa, anzi si tratta di una soluzione ipersatura (c’è così tanto zucchero all’interno del miele che viene attratta umidità dall’aria).
Anche in questo caso, lo si utilizza per dolcificare, ma diverse persone pensano che gli zuccheri siano diversi da quelli contenuti, per esempio, nello zucchero bianco; in realtà non è così, e il consumo di miele deve essere limitato esattamente come il consumo di tutti gli altri zuccheri.